EQUIVALENZA - MEDITAZIONE
Il 22 novembre 2017 l'Archivio Agnetti inaugura Equivalenza - Meditazione
“Immagini e parole fanno parte di un unico pensiero. A volte la pausa, la punteggiatura, è realizzata dalle immagini, a volte invece dalla scrittura stessa. (Agosto 1976)”.
Il rapporto tra immagine e parola è un elemento fondante il lavoro di Agnetti, un’equivalenza perché, come dirà in Machiavelli 30:
“Una figura non è solamente una figura, come una parola non è solamente una parola…figura e parola insieme sono un’unica cosa”.
Questo allestimento si pone in continuità con la mostra Agnetti a cent’anni da adesso che si è conclusa a Palazzo Reale lo scorso 24 settembre. Propone una serie di lavori in cui il tema dell’equivalenza gioca un ruolo cruciale e approfondisce lo spessore poetico e di elaborazione che si nasconde dietro l’immagine iconica.
Al piano terreno di quello che è stato lo studio di Vincenzo Agnetti, ora sede dell’Archivio, abbiamo collocato alcuni lavori fotografici, corredati dagli scritti che li accompagnano e li contestualizzano, con l’intento di mostrare il perché delle immagini e di restituire l’atmosfera in cui queste opere sono state pensate e create.
Architettura tradotta per tutti i popoli, Mass media, gli Strappi, il Delitto, accantoai testi che ne sono stati la fonte di ispirazione e ne svolgono al tempo stesso la funzione di rammentatore critico, approfondiscono il tema dell’equivalenza, dando risalto alla contemporaneità o, forse meglio, alla trasversalità temporale del percorso di Agnetti.
Le Equivalenze non sono solo una tipologia di opere sono anche un filo conduttore: a partire dai lavori tratti dalla Tesi, dai molti lavori fotografici, alcuni dei quali esposti in questa mostra, fino ad arrivare a Gli Eventi Precipitano, che occupano l’intero primo piano. La scelta di dedicare ad essi uno spazio esclusivo è dovuta non solo all’importanza monumentale di queste opere ma anche al desiderio di ricostruire la mostra presentata nel 1975 alla Galleria Sonnabend di Parigi, una testimonianza della collaborazione tra Agnetti e l’importante gallerista. Nello stesso anno una seconda versione de Gli eventi Precipitano veniva esposta allo Studio Cannaviello di Roma: un omaggio alle intese artistiche che si sviluppavano nei luoghi dell’arte dando luogo e appartenenza alle sperimentazioni che dagli anni settanta avrebbero guardato oltre, al futuro che sarebbe arrivato.
Il concetto di equivalenza si declina attraverso estetiche e paradigmi visivi differenti, rimanendo una sorta di traiettoria artistica. Gli eventi Precipitano: il vettore, l’oggetto la persona: è una riflessione sull’importanza del tempo nel percorso delle cose e delle persone accostando, in maniera insolita e suggestiva, il modo di operare diagrammatico delle bacheliti a quello fotografico che stava sperimentando da qualche anno. Sei bacheliti che costruiscono la traiettoria di un vettore e 12 lavori fotografici che raccontano storie di oggetti e persone pescando nell’immaginario quotidiano dell’artista. Per L’Oggetto i suoi Quaderni Argentini per La Persona lui stesso e il suo studio.
Ancora una volta risulta evidente come i mezzi utilizzati per la realizzazione delle opere non siano scelte puramente estetiche ma siano piuttosto legate al pensiero e al cuore profondo dei singoli lavori.
Germana Agnetti e Guido Barbato